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tre ordini, dottrina dei



TRE ORDINI, DOTTRINA DEI

Tripartizione della società altomedievale proposta da numerosi scrittori religiosi francesi tra il X e l'XI secolo. Di origine indoeuropea, la distinzione tra oratores, bellatores e laboratores non fu in verità una creazione postcarolingia. L'adattamento dello schema indoeuropeo e romano alla cristianità medievale era stato assicurato già in epoca carolingia dalle opere di alcuni monaci borgognoni tra i quali Héric d'Auxerre (870 ca). Nel corso del X secolo questo schema è attestato in varie regioni europee, dall'Inghilterra all'Italia, e riflette, più ancora che un'immagine realistica delle divisioni del corpo sociale, una teoria dell'autorità regia e, più in generale, una rappresentazione simbolica del potere. La sua riattualizzazione attorno all'anno Mille fu sintomo sia di un lento aggiustamento dei confini tra gruppi sociali, sia soprattutto di uno scontro in atto tra chierici regolari e secolari. Tra la metà del X secolo e la metà dell'XI i tre grandi propugnatori della dottrina tripartitica furono Abbone, abate di Fleury, e i vescovi Adalberone di Laon e Girardo di Cambrai. Le divergenze tra la versione monastica e quella episcopale riguardavano l'organizzazione dello schema tripartito. Abbone propendeva per una classificazione della società cristiana incentrata sulla distinzione tra laici e religiosi; i tre ordini erano quelli dei laici, dei chierici (preti e vescovi) e dei monaci, gli unici a essere compiutamente oratores. Girardo e soprattutto Adalberone nel suo Carmen ad Robertum regem (poema offerto a Roberto I di Francia) diedero invece una sintesi più politica dove, al di sotto del sovrano, garante dell'equilibrio e dell'armonia dell'intera società, si distinguevano chi pregava (i chierici diretti dai vescovi), chi combatteva (i nobili) e chi lavorava (i contadini). Tuttavia, per i vescovi dell'XI secolo l'affermazione dei tre ordini non era più tanto l'uso di una costruzione sociale incontestata quanto una risposta di retroguardia alle esigenze nuove dei grandi movimenti popolari che sfociarono poi nelle tregue e nelle paci di Dio. Furono dunque gli sviluppi della società signorile dei secoli centrali del Medioevo a rendere caduco lo schema triadico, ben prima del suo definitivo superamento conseguente al riconoscimento sociale e politico di nuovi gruppi, mercanti o amministratori, estranei alla classica dottrina dei tre ordini.

G. Castelnuovo



G. Duby, Lo specchio del feudalesimo: sacerdoti, guerrieri e lavoratori, Laterza, Roma-Bari 1980.